L’artista sarà in concerto, stasera e domani, alle ore 21, nel cortile della Reggia di Caserta nell’ambito del suo World Wild Tour, una tappa particolare dell’VIII edizione di Un’Estate da Re firmata da Antonio Marzullo
di OLGA CHIEFFI
“Ha una voce sexy come un whisky invecchiato in una botte di quercia. Ha i capelli da leone e un’anima da poeta”. Queste le parole di Bono Vox per Zucchero Fornaciari, il nostro cantautore più internazionale, che questa sera e domani, alle ore 21, sarà in concerto nel cortile della Reggia di Caserta, ospite dell’VIII edizione di Un’Estate da Re, firmata da Antonio Marzullo. In questo World Wild Tour, dove wild sta per “selvatico”, l’artista avrà al suo fianco sul palco una super band internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Adriano Molinari (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals).
La sua performance sarà un viaggio attraverso la sua lunga carriera, con brani tratti dai suoi album più famosi come – solo per citarne alcuni – Rispetto, Blue’s, Oro, incenso e birra, Miserere, Blackcat e D.O.C, ma anche con cover alle quali è legato da sempre. Zucchero è riuscito ad accorciare le enormi distanze tra Reggio Emilia, dove è nato e il mondo, grazie alla sua voce roca e passionale, al suo gusto melodico che ne addolcisce le asprezze e alla forza e all’irriverenza dei suoi testi. “Ovunque posi questo cappello è casa mia” ama dire Zucchero, un cappello magico che ci ricorda quello di Lester Young the Prez, uno dei maestri del sax tenore, il feltro nero che poggiava sul coperchio del pianoforte, casomai avesse avuto voglia di toglierselo, prima di un suo solo. Così il cantautore giungerà sul palco per donare al suo pubblico un set di circa una ventina di canzoni, costruite su quel particolare connubio tra metrica italiana e ritmo nero, matrimonio arduo, poiché la nostra lingua ricca di parole sdrucciole, mal si adatta alla struttura ritmica del Rock, che necessita di tronche. Per ovviare all’inconveniente Zucchero ricorre ai modi di dire, alle espressioni gergali il cui suono rimanda all’inglese, offrendo il meglio di sé in questa ricerca del linguaggio da inserire in un tappeto sonoro che attinge dal Rhythm’n’ blues, nel forgiare canzoni a più strati, immediatamente assimilabili ma in cui è possibile ritrovare la musica dei padri della tradizione afroamericana. Da “Spirito nel buio” a “Partigiano Reggiano”, da “Pene” a “Vedo nero”, per passare a “Baila” “Dune mosse” e “Un soffio caldo”, si canterà anche il “Miserere” in duetto con la voce registrata di Big Luciano, mentre la band si produrrà in un Honky Tonk Train Blues. Zucchero si ispira al Blues statunitense, rivisitandolo e contaminandolo con la musica Italiana: il risultato è un blues tipicamente melodico e “dolce”, che è stato apprezzato dai grandi nomi del Blues internazionale, come Miles Davis, Eric Clapton e John Lee Hooker, con i quali Zucchero ha collaborato nel corso della sua carriera. Tutto ciò è la dimostrazione dell’influenza del blues americano. Lo stile unico del cantante prende forma in particolare a partire dagli album Rispetto e Zucchero & The Randy Jackson Band, che nascono dopo il suo viaggio oltreoceano, avvenuto agli inizi della carriera, nel 1985.
Il successo dello stile verrà confermato con l’album Oro, incenso e birra, pregno di atmosfere Soul e Rhythm n’ blues e suoni molto ricercati. I suoni sono a tratti malinconici e ripetitivi, che rispettano la struttura tipica del Blues. In altri casi Zucchero fa uso di ritmi più incalzanti, tipici delle ballate per cui è famoso. Per quanto riguarda la cadenza e il tono della voce, Zucchero si ispira allo stile e al timbro graffiante di Joe Cocker, che si alterna talvolta ad un timbro più dolce e leggero. Nel corso della sua carriera ha anche sperimentato con successo il genere pop, specie con l’album Fly, e il genere latino, in particolare con l’album La sesión cubana. Ma la scaletta casertana guarderà molto a D.O.C. album uscito nel 2019 Perché rispecchia esattamente il suo stato d’animo, genuino, autentico, che sente dentro, che lo fa vivere, musicalmente è contemporaneo, attualissimo nei suoni e negli arrangiamenti, molto ritmato un po’ rock, un po’ pop, un po’ soul e trascinante, come tutti i suoi più grandi successi che inviteranno tutti a muoversi e ballare.