Abbiamo raggiunto il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli impegnato nella direzione del concerto di Capodanno alla Gewandhaus sale e il soprano Anna Pirozzi LV premio Puccini per farci raccontare il loro anno pucciniano
di OLGA CHIEFFI
Da Manon Lescaut, “il Tristano di casa nostra”, a Turandot, l’ “Incompiuta” di Giacomo Puccini, fanno dieci copli e altrettanti centri. E’ un fatto eccezionale nella storia del teatro musicale e un’eccezione assoluta nell’opera del Novecento. Basterebbe questo dato per dimostrare la statura della musica e della drammaturgia di Puccini, come il pubblico subito comprese mentre la critica, specie italiana, per una situazione storico-culturale sfavorevole, stentò a riconoscere. Con l’eccezione di George Bernard Shaw, che di primo acchito vide in Puccini l’unico erede di Verdi. Lo riconobbe anche se il mondo pucciniano dista anni luce da quello verdiano nel rispecchiare le ansie e gli smarrimenti dell’Uomo moderno, nell’accogliere e lenire i suoi bisogni emotivi.
Due nomi che sicuramente leggeremo e ascolteremo nelle cronache musicali di questo 2024 celebrativo del centenario della morte del cigno di Torre del Lago, saranno il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli e il soprano Anna Pirozzi, LV premio Puccini, i quali ci hanno raccontato il loro nuovo anno che li vedrà in giro per il mondo a far musica per onorare il grande compositore.
“Questo per me è un anno speciale – ha rivelato il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli raggiunto nella Gewandhaus di Lipsia, in cui ha diretto il concerto di Capodanno alla testa della Leipziger Symphony Orchester – perché dico sempre che io non amo la musica, ma amo Giacomo Puccini ed è lui il motivo per cui fondamentalmente faccio questo lavoro e l’idea di poterlo celebrare a tutto tondo, avendo il privilegio di dirigere praticamente quasi tutte le sue opere, in diversi e numerosi teatri, mi riempie di gioia, poiché tutto questo rappresenta quello che ho sempre creduto ciò che sia la musica , essendo Giacomo Puccini la synthesis di quello che è il miracolo di questa arte, ovvero quello di veder realizzato per tutti, chi suona e chi ascolta, la propria umanità. In più, avrò anche il privilegio di poter dirigere Puccini interpretato dalle migliori voci del mondo e ciò, sicuramente renderà tutto particolarmente speciale. Sono fortunato perché la mia carriera è iniziata proprio alla Fondazione Puccini, quindi, ritornare lì e vedere celebrato colui il quale è il Maestro di tutti noi, è motivo di grandissima felicità. E’ questo, per me, un anno veramente speciale che inizia da Lipsia in una sala prestigiosa e con una super orchestra è un segnale particolare, importante per ciò che mi aspetterà”.
“Una sorpresa inattesa – ha dichiarato Anna Pirozzi – questo Premio Puccini, notizia giuntami a Parigi dove durante le prove di Adriana Lecouvreur, da Torre del Lago. Devo dire che dopo tutte le mie Tosche e le mie Turandot, che sono le due opere di Puccini, da me maggiormente frequentate, il mio contributo l’ho dato in tutta la mia carriera, alla musica del nostro compositore e veramente sono felice per questo premio. Ho iniziato con Tosca intorno al 2008. E’ stato uno dei miei primi ruoli e vi ho immesso il mio carattere, il mio temperamento, che si addice a questo personaggio. Per Turandot, invece, ho aspettato un po’ di anni, poiché avevo un po’ di timore, anche a detta degli altri, essendo un ruolo cosiddetto “spaccavoce”, però, è un ruolo in cui mi ci sono trovata bene, breve, ma molto intenso. La mia Tosca attuale è molto diversa da quella degli inizi. La scrittura di Puccini mi è congeniale, bisogna avere potenza e delicatezza assolute, poiché bisogna dominare un’orchestrazione a tratti pesante, superarne la barriera sonora, ma, allo stesso tempo, raggiungere morbidezza e dolcezza, un canto sempre da inseguire unitamente alla verità del testo, al suono sulla parola, gli accenti, unitamente all’interpretazione che è molto importante per tutti i suoi personaggi. La mia opera preferita è Il Tabarro, una acquaforte delicata e aspra. Debuttai il ruolo di Giorgetta a Modena, qualche anno fa, insieme a Suor Angelica, altro ruolo straziante, che per una mamma è difficilissimo da cantare. Devo ammettere che anche il Tabarro non è semplice, ma la musica di Puccini qui prende veramente una svolta, è molto coinvolgente e ne fa la mia opera d’elezione. Tra il 2024 e il 2025 debutterò altri due ruoli pucciniani: il primo è Madama Butterfly che ho aspettato veramente tanto prima di cantarlo, poiché lo trovo difficile, lei è sempre in scena ed è una bomba emozionale.
Quindi, a seguire, la Minnie de’ La fanciulla del West, che giunge dopo un percorso lungo, essendo un ruolo molto impegnativo, anche qui l’orchestrazione è stupenda, pensiamo solo alla bellezza del suo ingresso. Quest’anno, poi, canterò a Torre del Lago, proprio al Festival Pucciniano sarò Turandot, con la regia di Pizzi, poi in giro per i teatri del mondo, con spero anche una futura apertura in Scala dove manco da tanto. Sicuramente un sogno il mio che desidero si avveri anche per un orgoglio tutto italiano”.