Battesimo del palco dell’Opera di Tirana per Andrea Ronca, Mattia Abate, Francesco D’Ambrosio e Daniele Pisciotta.
di OLGA CHIEFFI
Battesimo del grande palco dell’ opera del Teatri Kombetar i Operas, Baletit dhe Ansamblit Popullor, per i primi quattro musicisti, allievi del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, che hanno vinto l’audizione per partecipare a tre produzioni dell’opera di Tirana. Il flautista Andrea Ronca, già allievo del Maestro Antonio Senatore, oggi parte del magistero del Maestro Paola Camurri, il cornista Mattia Abate della scuola di Filippo Azzaretto, e i percussionisti Francesco D’Ambrosio e Daniele Pisciotta, quest’ultimo timpanista, entrambi allievi del Maestro Paolo Cimmino, il meglio dei dipartimenti della massima istituzione musicale salernitana, debutteranno in una serata dal titolo “Not(t)e da Oscar” con un programma interamente dedicato alle colonne sonore stellari firmate da John Williams, da Schindler’s List ad E.T. da Star Wars a Lo Squalo, sino ad Harry Potter e Hook o Indiana Jones, dirette da Giovanni Pompeo. E’ questo il primo step che vedrà i ragazzi impegnati in tre appuntamenti e al lavoro con la formazione dell’opera di stato albanese sino a fine mese, dopo aver vinto audizione e bosra di studio, all’indomani della conclusione delle repliche de’ “Il Barbiere di Siviglia”.
“Per noi semplici studenti essere qui a Tirana e aver modo di collaborare con un’orchestra di stato – hanno asserito i quattro strumentisti – è sicuramente qualcosa di speciale: possiamo finalmente mettere in pratica sul campo tutti gli anni di studio passati nelle aule del conservatorio e avere il privilegio di consolidare la nostra preparazione al fianco di professionisti. Sarà sicuramente un’esperienza che porteremo per sempre dentro e che arricchirà il nostro bagaglio non solo musicale ma anche culturale. Da parte di tutti noi un ringraziamento va a chi ha reso possibile questa collaborazione: in primis alla sovrintendente del Teatro, il maestro Abigeila Voshtina, al nostro Direttore Fulvio Maffia e infine, ma non certo per importanza, al nostro stimato Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli che ha sempre creduto in noi e continua a creare occasioni di crescita musicale per ognuno dei suoi alunni”. Il prossimo appuntamento sarà, invece, il 21 gennaio e ci porterà in un mondo onirico attraverso il Rossini de’ l’Ouverture de’ La Cenerentola, che introdurrà il soprano Ripalta Bufo, che anche è una delle tante brillantissime gemme della nostra istituzione, la quale darà voce a Rosina, nell’aria più celebre “Una voce poco fa”, per poi cedere la ribalta al mezzosoprano Vikena Kamenica per “Amour, viens aider ma faiblesse” dal Samson et Dalila di Camille Saint-Saens, equilibrio di sensualità e compostezza. Quindi il direttore Sandor Gyudi, condurrà l’orchestra nel divertissement esotico, pittoresco, meraviglioso, per descrivere il viaggio di Clara, il cui privilegio, offertole dalla sua età, è quello di vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta una bella continuità di speranze che non conoscono pause né introspezioni, accogliendo il bene e il male, alla ricerca della formula magica della vita, come stanno facendo i nostri quattro moschettieri. Ci sarà quindi il Jacques Offenbach de Les contes d’Hoffmann con C’est L’amour, gran coupe de theatre con “Les oisaux dans la Charmille”, ovvero l’aria della bambola Olympia da “Les Contes d’Hoffmann”, e per chiudere Belle nuit, ô nuit d’amour “Barcarolle”, al sognante “Barcarolle”, “Belle nuit, o nuit d’amour”, che sarà eseguita dalle due cantanti, ove il soave e il patetico sono costantemente pedinati da ironia e senso del grottesco. Si andrà quindi avanti, con lo struggente Adagio per archi di Barber e ancora l’amico magico Nino Rota per il tema di Romeo e Giulietta, musica d’estetizzante magia, prima di passare al Leonard Bernstein del Candide con “ I am easily assimilated”, “Old Lady’s Tango” e “Glitter and be gay”, partitura che appartiene alla serie di capolavori che non sono classificabili entro alcun genere, come Il viaggio a Reimsdi Rossini o appunto Les Contes d’Hoffmanndi Offenbach, accogliendo in sé una moltitudine di stili e caratteri che si reggono tra loro come in un castello di carte, in bilico tra l’allegria spensierata dell’operetta, il turbinìo spettacolare della musica. Finale con “Dôme épais le jasmin” che Lakmè e Malikà intonano all’inizio del capolavoro di Leo Delibes. I ragazzi si congederanno da Tirana con un’altra grande serata, il 28 gennaio in cui l’orchestra, diretta da Adriano Martinolli d’Arcy, ospiterà il ventenne violoncellista Petar Pejčić, il quale eseguirà il Concerto per violoncello n. 1 in mi bemolle maggiore Op. 107 di Dmitri Shostakovich caratterizzato dall’utilizzo del motto DSCH (le iniziali del compositore trasposte nella notazione anglosassone: D-eS-C-H, re-mi bemolle-do-si) che, ricorrente nel primo e negli ultimi due movimenti, conferisce unità ciclica alla struttura. Un programma completato da due perle Suite n. 4 in sol maggiore op. 61 “Mozartiana”Giga (Allegro) dalla Piccola Giga per pianoforte K. 574 – Minuetto (Moderato) dal Minuetto per pianoforte K. 355-Preghiera (Andante ma non tanto) dalla trascrizione per pianoforte di Liszt dell’Ave verum corpus K. 618- Tema e variazioni (Allegro giusto) dalle Variazioni per pianoforte su un tema di Gluck K. 455, conosciuta con il titolo di “Mozartiana” attribuitole dallo stesso Čajkovskij, che decise di non catalogarla insieme alle altre tre suite, essendo questa costituita dall’orchestrazione di quattro brani di Mozart e non un lavoro originale e la Classica di Sergej Prokofiev, la sinfonia op. 25 in Re Maggiore, simbolo di un musicista del Novecento che seppe conciliare, senza conflitti drammatici, modernità e tradizione. Essa non implica dunque, proprio in virtù della modernità di cui è nutrita, alcuna idea di imitazione pedissequa o di asservimento a schemi prestabiliti, ma è invece una ricreazione musicale di forme antiche con spirito e mezzi moderni, una bella palestra per i nostri quattro musicisti.