Il cantante pavese, sarà ospite della XIII edizione del Festival Jazz&Pop del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, tappa privilegiata sul palcoscenico del teatro Augusteo del tour “Sono un figlio”
di OLGA CHIEFFI
Dopo la serata inaugurale affidata al Devil Quartet di Paolo Fresu, evento clou, questa sera alle ore 21, sul palcoscenico del Teatro Augusteo per la XIII edizione del Festival Jazz&Pop del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, con la tappa del “Sono un figlio” tour di Ron.Interpetre musicalissimo e autore di talento, polistrumentista e arrangiatore raffinato, Ron è un artista che si è sempre mosso con estrema libertà, senza alcun ammiccamento al mercato e senza riferimenti alle mode. La sua carriera brillante ma anche attraversata da momenti di crisi, è esemplare di un artista sensibile, che tende all’isolamento, una carriera costellata da canzoni che sono divenute popolari nel tempo e sono considerate oggi tra le più belle di sempre, diventando così un punto di riferimento per tantissimi giovani autori, attratti dalla modernità del tessuto musicale delle sue melodie, dalla sapienza ritmica e dalle armonizzazioni curatissime dei suoi progetti.
Qui a Salerno, Ron decide di raccontarsi come mai aveva fatto prima, con “Sono un Figlio” che celebra gli oltre cinquanta anni di storia artistica. “Sono un figlio” è il progetto anima di questo tour, un disco composto da tredici canzoni e dedicato a suo padre, ritratto di un artista in stato di grazia, un Ron che si svela senza timore, che ha voglia di condividere col mondo i suoi pensieri, che fa dell’introspezione lo strumento per trovare le emozioni più forti e intime, in questo momento fatto di urgenze. Un lavoro che ha richiesto tempo, dalla ricerca delle canzoni che lo rappresentassero in questo periodo della sua vita alla scelta dei suoni e degli arrangiamenti essenziali, che dessero profondità e articolazione lessicale ai testi. Una scaletta quella che verrà dedicata alla platea salernitana, che contempla riflessioni e consapevolezze scaturite da un periodo difficile come quello che abbiamo vissuto tutti in piena pandemia. Lunghe soste forzate, che hanno messo in pausa ogni cosa e che hanno permesso al cantautore di raggiungere un nuovo equilibrio dai ritmi più lenti. Con una rinnovata voglia di creare, raccontare e anche di scoprire, attraverso un attento ascolto, nuove sonorità come nel brano “I gatti”, “Sono un figlio” rappresenta un omaggio all’amore universale anche nei riguardi della madre di tutti noi, che è la Terra. Oltre a voler dare la giusta importanza alle origini e alle radici familiari, non deve mai mancare quel doveroso rispetto verso il globo celeste di terra e acqua che ci ospita e sorregge il peso del nostro passaggio. Ron oggi è un figlio maturo dei tempi, più consapevole, felice e riconoscente e racconta, tra episodi del passato e sfumature del presente, anche l’importanza di aver fatto una scelta salvifica come quella di affidarsi alle braccia della musica, che resta la sua Madre. Insieme ad Abitante di un corpo celeste, Più di quanto ti ho amato, Sono un figlio e il recente I gatti, Ron presenterà dal vivo le altre canzoni del disco, tra cui Diventerò me stesso e Questo Vento, brani che confermano la personalità sensibile e raffinata di un indiscusso protagonista della musica d’autore del nostro Paese. La scaletta del tour avviato nei mesi scorsi prevede anche i grandi classici, da Joe Temerario a Vorrei incontrarti fra cent’anni, da Anima a Il gigante e la bambina, da Chissà se lo sai fino alla celeberrima Una città per cantare, passando per Non abbiam bisogno di parole e Piazza Grande. Ma troveranno spazio anche canzoni che l’artista ha raramente proposto dal vivo, tra queste Palla di cannone (cover di Cannonball di Damien Rice) e Mi sto preparando (cover di I’m getting ready di Michael Kiwanuka) dall’album “Way Out” del 2013. Sul palco con Ron, alla chitarra, pianoforte e voce, ci saranno Giuseppe Tassoni alle tastiere, Roberto Di Virgilio alle chitarre, Roberto Gallinelli, al basso, Matteo Di Francesco alla batteria e Stefania Tasca cori, piano e chitarra.
Consapevolezze, riflessioni, difetti e fragilità; passione, luce, speranza, gratitudine, musica, scrittura e condivisione, tutto è mosso da un unico motore essenziale: l’amore in tutti i sensi, passione, pathos, gioia, dolore, conoscenza e appunto terra che in greco condivide la radice di tutti questi simbolici termini. “Sono un figlio” è più di un flusso di coscienza collettivo, è una catarsi di musica e parole che riesce a coinvolgere appieno chi ascolta, grazie a quel potere unico che ha la musica, specialmente se è scritta da chi, forte di una grande sensibilità e una esperienza maturata sul campo di musica ed emozioni ha riempito la propria vita. E non solo la sua. Questo progetto ci riporterà alla bellezza essenziale della canzone d’autore, cifra stilistica che da sempre permea il percorso artistico di Ron, che in questo nuovo viaggio di (ri)scoperta non è da solo. e canzoni si susseguono una dietro l’altra come i capitoli di un libro, come istantanee preziose raccolte in un album di fotografie autoriali.