Riprende la stagione di prosa del teatro Verdi l’11 gennaio alle ore 21, con lo spettacolo, “Tutti i sogni ancora in volo”, che vedrà il cantante napoletano in palcoscenico con una formazione strumentale e vocale, per tornare a cantare l’amore in tutte le sue sfaccettature
di OLGA CHIEFFI
Abbiamo tutti quanti bisogno di sognare, guarda caso “sogno” e “sono” sono parole simili tra loro, e poi, anche Shakespeare scriveva “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”. Sognare in grande, con importanti progetti di vita, ponendosi obiettivi, impegnandosi per poterli raggiungere o almeno per cercare di farlo, guardando sempre avanti, ma anche in piccolo, con la semplicità di un sorriso o un buongiorno che sia davvero un giorno buono. Non bisogna mai smettere di sognare, tanto non costa nulla, ma neppure arrendersi mai. Parola di Massimo Ranieri che dall’11 al 14 gennaio ritorna per l’ennesima volta, attesissimo, sul palcoscenico del teatro Verdi, ospite del cartellone di prosa, con lo spettacolo “Tutti i sogni ancora in volo”. Lo spettacolo vedrà una nuova veste scenografica, curata dal producer Marco De Antoniis, con una band di grandi musicisti inedita formata da Seby Burgio (pianoforte), Giovanna Perna (tastiere e voce), Pierpaolo Ranieri (basso), Luca Trolli (batteria), Arnaldo Vacca(percussioni), Andrea Pistilli e Tony Puja (chitarre), Valentina Pinto (violino e voce), Max Filosi (fiati e sax) e Cristiana Polegri (sax e voce).
L’amore, oltre ad essere il tema del 95% delle sue canzoni, permea ogni cosa. È ciò che conta per davvero. E lui, Massimo, lo dichiara apertamente. Ha sempre amato tanto, anzi, è proprio innamorato dell’amore. Anche cantare per lui è come fare l’amore ogni volta con tutto il suo pubblico, che ama per davvero e racchiude spesso virtualmente in un grande e affettuoso abbraccio. Tra le tante canzoni in scaletta ci sarà anche il brano vincitore del Premio della Critica al Festival di Sanremo 2022 dal titolo “Lettera di là dal mare”. Ascolteremo poi anche bellissimi inediti scritti per Ranieri da alcuni grandi cantautori italiani, tra i quali Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Giuliano Sangiorgi e molti altri.
Sipario, come d’abitudine alle ore 21 per la voce calda, unica e potente di Ranieri, uno straordinario showman di razza, con eccezionali doti di cantante, attore e ballerino, completate da una presenza scenica davvero sensazionale. Un perfetto animale da palcoscenico pieno di energia, elegante nei gesti e nei vari outfit della serata, che coinvolge ed entusiasma a prescindere, qualsiasi cosa faccia, mentre canta i suoi più grandi successi, recita, parla, balla, fa ginnastica, si sdraia sul piano o scambia semplicemente qualche battuta simpatica con il pubblico. Massimo Ranieri si confesserà a cuore aperto col pubblico. Parlerà dei suoi sogni che non smettono di esistere e tracciare la strada della sua vita. Sogni d’amore di un ragazzo da sempre appassionato di automobili, ma disposto a prendere la bicicletta pur di accompagnarci sopra romanticamente la fidanzata dell’epoca. Sogni realizzati oltre ogni aspettativa, come quelli di una carriera folgorante. Sogni ancora da concretizzare come quelli di un Napoli Campione d’Europa. La morale è: sono i sogni a muovere la nostra anima verso ciò che ci può fare stare bene. Ranieri lo racconta per due ore e mezza con una confidenza tale che potrebbe sembrare un dialogo a tu per tu tra pochi intimi piuttosto che un concerto davanti ad una platea gremita. È così, basta uscire di casa e vivere oltre gli schermi per rendersi conto che esistono ancora il mare e le bellezze di questo mondo che troppo spesso ci dimentichiamo. Canterà tanto e lo fa per tutto il tempo straordinariamente bene. Erba di casa mia, Vent’anni, La vestaglia, Rose rosse, Se bruciasse la città, ma anche Lettera da lontano, La mia mano a farfalla (poesia di Bruno Lauzi musicata da Franco Fasano e incisa recentemente dal cantante napoletano), quindi evergreen ormai fatti suoi come Pigliate ‘na pastiglia, Resta cummè, Tu vuò fa l’americano, Quando l’amore diventa poesia, mentre il viaggio si concluderà con Perdere l’amore. Dietro di lui strumentisti che confermano quella loro inconfondibile capacità di lettura della melodia estremamente cantabile, sotto la quale si muovono sofisticazioni armoniche e salti cromatici, con quel modo disinvolto di spostarsi da un estremo all’altro del proprio registro strumentale, preservando però la voce suadente di un mainstream morbido e lussureggiante. Qualche tappa del viaggio ci porterà anche nella malìa napoletana (il sogno si lega al Giacomo Puccini del giorno prima se pensiamo all’aria di Pinkerton in Butterfly, inaugurando, così, anche l’anno celebrativo del centenario, in cui Massimo Ranieri rivelerà la sua innata capacità di trasporre con creatività il tessuto armonico e melodico della canzone italiana d’autore, un progetto musicale colto e raffinato, che ben riflette il mondo poetico della nostra tradizione canora, in cui Ranieri e in particolare la formazione d’appoggio, si rivelerà artigiano di toni e timbri, armonie e “disarmonie”. Il saper coniugare la propria eccelsa statura culturale con una capacità davvero rara di regalare profonde emozioni, la voglia di mettersi in gioco attraverso un processo di creazione straniante ed anticonvenzionale, che gioca in qualche caso a creare riusciti contrasti tra le atmosfere gioiose dei suoni e la sofferta drammaticità dei testi originali, saranno gli ingredienti del concerto salernitano.