Inaugurerà il 6 aprile la mostra fotografica dedicata al ravennate negli spazi di Palazzo Fruscione, che ospiteranno gli scatti anche della moglie Silvia Lelli dal titolo “Sguardi. Musiche / Kontakthof-Kontrapunkt/Nucleus
Di OLGA CHIEFFI
Marco Russo e Maria Paola Cioffi, unitamente ad Alfonso Amendola, hanno immaginato per la VII edizione di “Racconti del contemporaneo” promossi, appunto dall’associazione Tempi Moderni di esporre e animare la relazione musica-fotografia tanto cara al carismatico fotografo e musicista Roberto Masotti ad un anno dalla sua scomparsa avvenuta il 26 aprile scorso. Non a caso un cambio di programmazione che sposta l’esposizione e crediamo dei concerti, dal 6 aprile al 10 giugno, ad incastro con la stagione lirica del teatro Verdi che verrà inaugurata a metà aprile, con la Manon Lescaut di Giacomo Puccini. “Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che fare. A questo punto comincia la danza” – Pina Bausch. Marco Russo Attraverso gli scatti di Silvia Lelli, racconterà, le tre versioni di Kontakthof di Pina Bausch, che attraversano l’arco di un trentennio e mostrando l’evoluzione del suo stesso stile fotografico. Infatti, tedesco “Kontakthof” significa «luogo di contatti». Un luogo di contatto, trasformato letteralmente da Kontakthof in spettacolo di culto che segna la svolta forse più significativa nel percorso bauschiano, attraversandolo e rinnovandolo per tre decenni, esplorando, così il rapporto di attrazione e conflitto tra i sessi. Al termine Kontakthof è associato il Kontrapunkt, il contrappunto, quella tecnica compositiva che pone una nota contro l’altra ( punctum contra punctum ), che nella prassi musicale odierna designa l’arte di combinare con una data melodia una o più melodie, più o meno autonome e nella polifonia è dato dalla sovrapposizione delle melodie in senso orizzontale. Nell’opera della Lelli, riflette l’alternanza dei temi e delle situazioni affrontate dalla coreografia, ma è anche la sovrapposizione (il contrappunto) dell’evoluzione negli anni della sua fotografia. I suoi scatti, che seguono le versioni della stessa opera, segnano il percorso e riflettono i diversi modi di rendere e comprendere il movimento e il gesto. Scatti che danzano, l’incontro con l’essenza stessa del contatto esplorato da Pina Bausch.
Di Roberto Masotti, verrà invece presentata Nucleus, ovvero gli scatti per un libro nato dalla assai proficua la grande amicizia con Franco Battiato. Dal 1973 i ritratti fotografici più belli nella carriera del cantautore siciliano sono proprio quelli di Roberto Masotti. Grazie a questa amicizia è riuscito a piazzare una sua foto nel disco pop italiano per eccellenza, «La voce del padrone». Oltre tutto Masotti è stato tra i fautori di una rivista chiamata Gong, forse la più alta testimonianza a livello di critica musicali negli anni ’70. Il suo amore a trecentosessanta gradi per le sette note lo aveva poi portato a lavorare con l’etichetta tedesca ECM, per la quale ha realizzato scatti di grande atmosfera che comunicano stati di sospensione di tempo e spazio. In coppia con l’amata compagna di sempre, Silvia Lelli si era inoltre dato da fare per offrire i suoi servigi a La Scala. C’è infine da ricordare che Roberto aveva un amore musicale che superava tutti gli altri: quello per il jazz. Col suo obiettivo ha immortalato in maniera unica e originale artisti del calibro di Miles Davis, Archie Shepp, Carla Bley, Sam Rivers, Cecil Taylor, Charles Mingus, Ornette Coleman e Keith Jarrett. Ma in Nucleus, Masotti vuole concentrarsi su un nucleo, da qui il titolo, attraverso un focus sul lavoro e sullo sguardo fotografico per come si è sviluppato nel tempo e per come ha costruito una personale visione sul personaggio. Un tempo veramente lungo che ha consentito di costruire un ritratto particolare e in profondità di Franco Battiato.