Armando Cerzosimo e Rita Martinova, unitamente a Cristina Tafuri, hanno presentato, ospiti della Vicesindaco Paky Memoli, la settimana di eventi ad un anno dall’invasione russa della terra Ucraina, che si svolgerà dal 9 al 15 febbraio negli spazi della Galleria Camera Chiara
di OLGA CHIEFFI
“…Oggi una volontà di ferro spazza l’aria,/divelle gli arbusti, strapazza i palmizi/ e nel mare compresso scava/grandi solchi crestati di bava./Ogni forma si squassa nel subbuglio degli elementi;/ è un urlo solo, un muglio/di scerpate esistenze: tutto schianta/l’ora che passa:..”
Salerno, ieri mattina, si è svegliata sotto la sferza del Burian, la nostra Tramontana, così intensamente schizzata da Eugenio Montale, in Ossi di seppia, il tagliente vento proveniente dall’Est che alimenterà, il vortice ciclonico carico di neve, per l’intera settimana. Il vortice viene dalle zone di guerra, dai confini russo-ucraini, è un vento duro, severo, che non cessa, che è stato, però, capace di coinvolgere, ancora una volta, la nostra città in un’azione umanitaria, benefica, attraverso il segno dell’arte. Il vortice è impresso sul manifesto che annuncia la doppia mostra presentata ieri mattina a Palazzo di Città da Armando Cerzosimo e Rita Martinova, che si svolgerà dal 9 al 15 febbraio negli spazi della Galleria Camera Chiara, ospite del fotografo montecorvinese, che vedrà esposte sette fotografie di Armando Cerzosimo e sette quadri del massimo artista contemporaneo ucraino Ol’Svol’d, questi ultimi battuti all’asta nella serata dell’11 febbraio, il cui ricavato sarà devoluto alla popolazione Ucraina tramite la Croce Rossa Italiana Sezione di Salerno, presieduta dal Dottore Antonio Carucci. Il freddo, il vortice, l’impeto l’ha toccato con mano consapevole la Vice-Sindaco Paky Memoli, ospite stamane dell’iniziativa che giovedì 9 alle ore 19, andrà ad inaugurare: “Sono partita da Salerno, in qualità di medico, per andare a prendere oltre cento tra donne e bambini al confine con la Polonia, attraverso il corridoio umanitario. Durante il viaggio, oltre a offrire l’assistenza di base, ho dovuto cercare di tranquillizzare bambini ai quali è stato negato il gioco, l’infanzia, segnati dalle bombe, dai rifugi, dal timore di andare a scuola, i quali ad ogni minimo rumore sobbalzavano immaginando echi di esplosioni. E’ questa una iniziativa benefica alla quale ho inteso immediatamente aderito, insieme all’intera amministrazione comunale, in particolare perché fa suo il linguaggio dell’arte, che va oltre la parola, comunicando l’ineffabile”.
“Volutamente la luce è fredda – ha affermato Armando Cerzosimo rivelando le ragioni estetiche delle sue immagini in mostra – come il freddo che attanaglia nelle livide albe oppressi e oppressori. Poco importa se una guerra sia giusta o ingiusta, ma conta il non dimenticare che ci sono dolori e morti e pianti e paure da affrontare per chi sognava un futuro e porterà per sempre un lutto dentro che ho voluto immaginare ricoprendo le donne con un velo nero”.
“Sono fotografie di donne e fanciulli ucraini, testimoni inquietanti dell’orrore, della tragicità di questi tempi, vittime di una guerra che sta distruggendo un popolo e il suo territorio. La concreta realtà della vita, dove sembra incombere un sospetto di amor mortis , si è portata al centro dell’operazione fotografica di Armando Cerzosimo – dichiara il critico d’arte Cristina Tafuri – perché, come in tutti i tempi, il tema del dolore e della morte, spingono l’uomo a figurarsi varie forme di sopravvivenza. In queste fotografie il fondo scuro dal quale le figure e l’ambiente si staccano con evidente nettezza, conferisce al contrasto visivo un ‘ eco metafisica, quasi cristallizzata. Ogni persona ha in mano un oggetto, un libro, un quadro, le cose che pensano, sineddoche singolare, che ci rimanda alla loro terra, alle loro cose, a tutto quello che hanno lasciato. Ancora una volta, come la bellezza delle foto di Armando Cerzosimo ci suggerisce, è sempre l’arte che viene in nostro soccorso”.
“Le Cose che pensano Ucraina 20222023 – Installazione, testimonianze e fotografie”, avrà il suo taglio del nastro giovedì 9, alle ore 19, in una serata che vedrà la partecipazione del Critico d’Arte Cristina Tafuri, della Dottoressa Rita Martinova e della Vice Sindaco di Salerno, nonché Assessore alle Pari Opportunità Paky Memoli. Il giorno successivo, venerdì 10 febbraio, alle ore 19, dibattito su “La fotografia come messaggio”. Davanti ad un’immagine non si deve mai essere spettatori passivi, ma è necessario porsi la questione dell’intenzionalità: chiederci chi ci sta mostrando quell’immagine, e a quali fini, a chi serve quell’immagine? Allo stesso modo, l’interpretazione non potrà dipendere rigidamente da metodi o griglie troppo schematiche. Dovrebbe, piuttosto, essere un’attività dialettica, che sappia mettere in relazione tra loro tutti i fattori, le forze in gioco, le contraddizioni. La disamina del tema vedrà in dialogo Armando Cerzosimo, Marco Russo e Rita Martinova, per capire le implicazioni più sottili delle immagini, che ci riveleranno aspetti nuovi. Sabato 11 febbraio, alle ore 18, si svolgerà un’asta di beneficenza, il cui ricavato sarà devoluto alla popolazione Ucraina tramite la Croce Rossa Italiana Sezione di Salerno, presieduta dal Dottore Antonio Carucci. Battitore per una sera, il giornalista Gabriele Bojano, affiancato dal critico d’arte Cristina Tafuri e dalla Dottoressa Rita Martinova. Due i lotti di opere del massimo artista ucraino contemporaneo, Ol’Svol’d maestro dell’informale, il quale ha iniziato a creare gli Tsvetnosties, affatto lontani dal vortice, che stavolta prende significato di simbolo di un percorso che porta l’anima a evolversi e arrivare alla conoscenza dell’assoluto, ovvero, la via dell’illuminazione. Il vortice è anche simbolo “femminile” che si collega alla forza generatrice dell’universo e al mistero della (ri)nascita. L’obiettivo è collocare gli Tsvetnosties nelle gallerie di tutto il mondo, in modo che attraverso la purificazione e la trasformazione di ogni singola persona che interagirà con loro, potrà avvenire la trasformazione dell’umanità.
“Questa iniziativa – ha affermato Rita Martinova – nasce come ringraziamento alla comunità salernitana per aver accolto le donne ucraine rifugiate insieme ai loro figli dalla ingiusta e ingiustificata guerra che così profondamente ha colpito l’Ucraina. Un anno fa iniziava questa terribile guerra che ha sconvolto tutto il mondo. Ho sentito forte il desiderio, io che vivo qui a Salerno da oltre venti anni, di aiutare in qualche modo il mio popolo. Mi sono data da fare per aiutare le mamme con i loro figli ad inserirsi nella nostra comunità anche attraverso l’insegnamento della lingua italiana. Ho conosciuto il maestro Armando Cerzosimo proprio un anno fa, anche lui desideroso di aiutare la martoriata Ucraina. E’ nata, così, l’idea di organizzare una mostra fotografica dedicata alle donne rifugiate e contemporaneamente anche una mostra di pittura sacrale di un grande artista ucraino contemporaneo Ol’svol’d, il quale, generosamente ha messo a disposizione diverse sue opere”.
Lunedì 13 febbraio, alle ore 19, si discuterà sul tema dell’accoglienza, del sostegno al popolo in guerra, con Antonia Autuori Presidente della Fondazione Comunità Salernitana e Tommaso D’Angelo direttore del quotidiano Le Cronache, i quali hanno organizzato un viaggio umanitario, attraverso il quale, con due pullman, hanno portato lontano dalle atrocità della guerra oltre cento profughi ucraini, accogliendoli e sistemandoli, poi, in città e nell’intera provincia salernitana, offrendo un segno tangibile di vicinanza al popolo ferito e destabilizzato dall’invasione russa. Ultimo incontro, prima del finissage fissato per il 15 febbraio, martedì 14, alle ore 19, con le testimonianze di donne ucraine, che hanno i loro mariti, i loro cari in guerra, in trincea, sul tema “L’amore ai tempi della guerra”.