Il soprano bulgaro sarà la diva per eccellenza nella produzione che chiuderà l’anno pucciniano dell’Opera nazionale d’Albania in Tirana, in collaborazione con il Festival Puccini, con al suo fianco Saimir Pirgu, il suo cavalier Cavaradossi e Carlos Almaguer nel ruolo del Barone Scarpia, con il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli sul podio e Manu Lalli in regia. Abbiamo raggiunto la protagonista durante le prove, in vista della prima che avverrà il 6 di novembre
Tosca, l’unica donna ammessa nell’opera, che ne occupa con prepotenza ogni spazio, in ogni momento, sempre da padrona assoluta, amante focosa ed imperiosa che non esita a smaniare in chiesa esibendosi in una violenta scena di gelosia, la stessa creatura che, come una pia fanciulla, s’inginocchia devotamente dinanzi alla Vergine e le offre dei fiori, è la stessa artista che si umilia come una donnicciola qualsiasi quando si prosterna disperata ai piedi dell’aguzzino, implorando pietà per il suo uomo, è la stessa creatura che, brandisce un coltellaccio da cucina e trucida selvaggiamente il boia che la vuole sua in cambio della salvezza dell’amante, è Tosca il deus ex machina dell’azione, che stasera e l’8 novembre nella produzione dell’Opera nazionale d’Albania in Tirana, in collaborazione con il Festival Puccini avrà la voce di Krassimira Stoyanova, la quale diretta dal M° Jacopo Sipari di Pescasseroli e dalla regista Manu Lalli, avrà al suo fianco Saimir Pirgu e Carlos Almaguer nel ruolo del Barone Scarpia. L’abbiamo raggiunta nel corso delle prove, in preparazione per la premier.
Quali sono i tratti che caratterizzano la sua Tosca?
“Tosca possiede un carattere molto complesso. A volte potremmo definirla anche folle. Pazza d’amore, fino alla morte per proteggere il suo amato Cavalier Cavaradossi. E’, poi, soprattutto una donna vera, donna nel senso più profondo e più bello del termine, è un’artista, una diva che va oltre le apparenze di bellezza, sensualità e dominio, poiché proprio nel “Vissi d’arte” noi tocchiamo con mano la sua magnanimità d’animo, una vita dedicata all’arte, all’amore e alla pratica religiosa, gran donna dentro e fuori il teatro, la musica a servizio degli ultimi”.
Come usa in Tosca la sua vocalità?
“Io cerco di rendere l’essenza di ogni suono, che non sono solo le emozioni primarie, ma c’è dell’altro, sicuramente, sempre qualcosa del mio carattere. Un frammento in particolare che mi è caro, è il duetto del III atto, dove “Storiella d’Amore” passata dal quarto atto scartato dell’Edgar , che si insinua in “Amaro sol per te m’era il morire”. Quindi la spiegazione Tosca, qui donna pratica, su come fuggiranno, le istruzioni della grande attrice, per cadere al primo colpo di fucile “a salve”, “Colla scenica scienza….”, niente di più straziante quanto il consenso di un Cavaradossi consapevole della propria morte, ma che vuol sentir parlare Tosca, l’abbandono, il loro, a un sogno impossibile di felicità”.
Come si è avvicinata alla musica e, in particolare, all’ opera e in che momento ha deciso che quella sarebbe stata la sua vita?
Sono cresciuta in un ambiente musicalissimo. Mio padre, che aveva una splendida voce da tenore, teneva che in casa si ascoltasse sempre musica sinfonica o lirica ed era normalissimo vivere in questo ambiente sonoro, che mi accompagna tutt’oggi. Ma io ascolto anche altri generi, in particolare il jazz. Per me è importante che la musica racconti, “dica” qualcosa e uno di questi è certamente Duke Ellington. Non solo Jazz ma anche il rock e il pop, mi avvicinano all’armonia universale, quale la musica dei Beatles e dei Pink Floyd, o dei Queen, insomma, musica che abbia un peso, capace di cambiare coscienze e società. Sono violinista ed è stato questo il mio primo mestiere, durante i miei studi ho studiato anche canto, ma la carriera lirica è iniziata più tardi. Ho suonato, appena laureata. in orchestra e per me è stato importantissimo, poiché uso la voce come uno strumento, leggo la musica, mentre ci sono cantanti che imparano solo ad orecchio col korrepetitor, quindi, il Maestro direttore si deve adattare, deve seguirli. Io ho fatto la “bottega” in orchestra, come i pittori del Rinascimento, una lunga gavetta che poi mi ha portato a calcare con sicurezza il palcoscenico
Chi riconosce come maestro?
Io non ho avuto tantissimi maestri come tutti questi giovani cantanti che frequentano numerose masterclass, le quali, a mio parere, più che aprire e sgombrare una strada la complicano maggiormente (purtroppo oggi tutte queste masterclass si frequentano per ottenere crediti e titoli (n.d.r.). Io avevo il mio maestro dell’università, quindi, non essendo ancora pronta per calcare i grandi palcoscenici, mi ha aiutato la mia musicalità, ma per lo studio dei vari ruoli mi è stato vicino Stoyan Kissiov
Istintivamente a quale tipo di personaggi si sente più vicina?
Personalmente con Tosca devo ancora prendere bene le misure, poiché ho debuttato il ruolo solo lo scorso anno, e veramente non pensavo avrei ma potuto interpretare la più amata tra le eroine di Puccini, poiché non era veramente nei miei desideri. Poi, è successo che è stata proprio lei, Tosca che mi ha cercato, ed è venuta da me. Di ruoli ne ho debuttati tanti e mi sono posta sempre in modo diverso nei confronti di queste donne. Mi piace tanto Anna Bolena, Desdemona, adoro Mozart, Donna Anna e naturalmente Verdi, poi Arianna e tutto Strauss
C’è un ruolo che le piacerebbe cantare, ma che sa non farà mai?
Mi piacerebbe fare Suor Angelica e ancora Adriana Lecouvreur, ma bisogna vedere se domani il nostro mondo esisterà ancora e se riusciamo a salvarlo, tutto quello che verrà sarà un dono, cercando di realizzare quanto il buon Dio ci proporrà
Ascolta mai le incisioni dei grandi cantanti del passato?
I nomi sono grossi, la Maria Callas l’ho guardata anni e anni fa ed è impossibile non ammirarla, ha segnato una nuova epoca, poiché lei è stata una delle prime a far teatro con la voce. Per questo motivo è molto pericolosa da ascoltare. Quindi, ho ascoltato anche la Stefania Evstatieva, una splendida cantante bulgara, con una carriera internazionale, che ancora canta e ha una voce molto interessante, però io tendo a non ascoltare nessuno, prima che io sia pronta e abbia la mia idea del personaggio.
Si dedica all’insegnamento? Chi vede come sua erede?
Negli ultimi sei anni ho veramente attivato una bella scuola, anche se insegno da molto tempo, ed ho un bel gruppo internazionale di cantanti a Vienna, già in carriera. Sono talentuosi e hanno voglia di lavorare e mi vengono a trovare a casa.
Dopo il successo in Scala quali altri ruoli l’attendono?
Sto preparando due concerti tra cui la Missa Solemnis di Ludwig Van Beethoven, e ancora il mio amato Richard Strauss con il Don Quixote e il Trovatore a Vienna con Daniele Abbado, diversi concerti ancora e sto preparando anche un disco interamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart, con arie da concerto e naturalmente, gemme tratte dalle opere del genio salisburghese.